Sydney, giorno 7

Dopo un devastante viaggio notturno in autobus arriviamo a Sydney. Di buono c’è che finalmente ho visto la croce del sud, è la mia prima volta nell’emisfero sud, la prima volta così lontano… Qui c’è gente che ha fatto letteralmente il giro del mondo e alla fine è approdata qui ma io non potevo fare le cose per tappe, perché aspettare se quello che desideravo vedere di più era questo posto? 

Rivedo Laura, che vive qui dall’anno scorso. Mi fa strano, sono stordita, fa molto più caldo rispetto a Melbourne, c’è una marea di gente e, tanto per cambiare, non ho dormito niente. Andiamo dritte sparate all’Opera House, mangiamo un’insalata insulsa che ci fanno pagare uno sproposito e poi visita guidata all’interno. Deludente la visita di per sé ma la struttura indubbiamente merita. Mezz’ora buttata a cercare di far funzionare le audio guide e l’altra mezz’ora a cercare di captare le parole della nostra guida in carne ed ossa, sciatta come se lavorasse al mercato, disorganizzata e approssimativa come se fosse stata a Roma! Solo che se fosse successo da noi ci avrebbero linciato e giù a blaterare insulti contro gli italiani! Peccato davvero ma resto sempre sorpresa nel vedere come all’estero riescano a venderti fumo con la disinvoltura di chi ostenta invece qualcosa di valore! 

Proseguiamo per i Royal Botanic Gardens che si trovano lì vicino, tenuti benissimo, vera e propria oasi di pace nel caos della city

Infine traghetto per Manly (dove vive lei), la seconda spiaggia di Sydney e cena sulla spiaggia. 

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