Finalmente ho riposato e la giornata si annuncia ancora più calda di ieri. 40-42 gradi… dopo aver subito 2 inverni l’anno scorso non mi lamento affatto ma la salita fino a Quarantine Station mi dà una mazzata a cui non ero pronta. È il quartiere dove gli immigrati venivano messi appunto in quarantena prima di essere introdotti nel paese. Sì, venivano curati ma, di fondo, è un lazzaretto e continuo a trovarlo molto macabro come luogo. Troppi ne morivano anche, è un ospedale diviso per capannoni e livelli di gravità dei pazienti, adesso ovviamente non serve più a tal scopo ma è stato riadattato a struttura ricettiva. La sera ci fanno pure dei ghost tour che trovo oltremodo ridicoli ma non è certo da oggi che mi trovo contro tendenza quindi vabbè… In compenso la vista da qui è spettacolare (vedi foto) e c’è un silenzio meraviglioso, decisamente valeva la sfacchinata. Il sole allo zenit non lascia tregua e la discesa risulta sicuramente più leggera. La cosa folle è che mi sto abbronzando con tutta la protezione 50.Non sono una fan dell’abbronzatura ma che devo fa?
Pranziamo con una macedonia di frutta di tutto rispetto, una delle mode di qui. Sono tutte catene di ristorazione, alcune finalmente improntate all’alimentazione sana!
Un attimo di relax dalle parti del wharf e poi continuiamo per Shelly Beach, altra sfacchinata sotto al sole ma stavolta invece del silenzio si sentono urla, bestemmie e imprecazioni! Sono le mie, ho il cappello di Laura con la visiera larga e non vedo assolutamente dove vado, la seguo a testa china e non vedo i rami bassi degli alberi contro i quali sbatto rischiando molteplici trauma cranici a ripetizione!
Stordita, malgrado la vista spettacolare che si gode anche da qui, le chiedo di tornare giù. Ci riposiamo un po’ e poi a casa che le giornate in vacanza cominciano sempre molto presto ed io ho diversi crediti di energia da recuperare.