Great Ocean Road, giorno 3

Ho adorato ogni metro di questa gita ma credo che il ricordo di questa giornata rimarrà piuttosto indelebilmente legato ai primi incontri ravvicinati con 4 specie selvaggie diverse, tra cui un umano ma qui lo dico in senso di complimento! 

Mi sono innamorata dell’autista! Australiano doc, totalmente fuori di testa, battuta facile ma intelligente. Sempre discreto e mai eccessivo. Abbiamo gli stessi gusti musicali, tutto il viaggio con rock a palla e tutte canzoni che ascolto dalla mattina alla sera, incredibile ma vero l’uomo della mia vita esiste! Rispettoso al massimo per natura ed animali, gran viaggiatore e, ovviamente, pelato! 

Ci eravamo fermati per mangiare qualcosa in un baretto squallido a Kenneth River. L’autista si raccomanda di non toccare i koala che qui si incontrano facilmente. Al massimo, se proprio ci teniamo, possiamo dare da mangiare ai pappagalli! 

Mi ritrovo al tavolo con una canadese, un inglese e una tedesca. No, non è una barzelletta! 4 convenevoli ma in realtà ci sbrighiamo a mangiare perché a nessuno, di fondo, interessa fare conversazione. Ora che ci penso, da quando sono arrivata non sono ancora stata molestata da nessuno! Nessuno mi ha attaccato pipponi insopportabili per strada! Non è una cosa meravigliosa? Non rompere inutilmente i coglioni a nessuno per noia, solitudine, stupidità… lo includo tra le qualità che fanno alzare la qualità della vita in un paese! 

Ci sarebbe da fare uno studio approfondito sul motivo per il quale questa cosa risulta impraticabile nei paesi latini ma vabbè sorvoliamo! 

Secondo incontro: i koala! Usciamo fuori e ne vedo uno che dormiva su in alto, su un albero… Un secondo ancora più in alto su un altro albero… Era quasi ora di andare quando vedo una trentina di persone tutte con la testa all’insù. Mi sembrava strano che fosse per i pappagalli. Mi avvicino e ce ne era infatti un terzo, visibilmente stranito per il vociare degli umanoidi giù di sotto. Era indeciso se scendere. Tentenna un po’, poi con la lentezza di un bradipo si decide. 

Mi salta su un piede e resta li per un po’! La tentazione era quella di abbassarmi e prenderlo in braccio ma era formalmente interdetto inoltre mai nella vita avrei voluto contribuire a scocciato! 

Buona parte degli asiatici presenti invece hanno cominciato ad avvicinarsi gridando,  lui ovviamente non ha apprezzato e ha battuto in ritirata. In maniera un po’ pigra e indolente, tipica di chi è ancora mezzo addormentato. Uno spettacolo di goffaggine se non fosse stato per sti cinesi deficienti, o qualunque altra razza  fossero! 

L’diosimcrasia per il genere umano mi segue fino in capo al mondo! 

Risaliamo sul pulmino alla volta dei 12 apostoli. 

Un totale di 600 e passa km tra mare e verde. Un panorama talmente cangiante da passare dalla costa brulla a quella piena di vegetazione  che ricorda molto quella mediterranea per poi passare alla foresta rigogliosissima, un tratto purtroppo bruciato l’anno scorso all’altezza di Loane, prati, cavalli, mucche al pascolo, pecore, baie per surfisti infestate da squali (assurdo,  lo so, ma qui non si fermano davanti a niente!), case con vetrate immense che giusto nei film… fattorie, segnali per avvisare della presenza di canguri. 

Le previsioni davano un pallido sole, coperto invece tutto il giorno ma qui mi piace tutto anche se fa un tempo da schifo! È l’ultimo stadio dell’amore! Quello che ti fa capire che il posto ti appartiene o, meglio, che tu appartieni al posto! 

I 12 apostoli, che poi sono rimasti solo in 8 mi hanno un po’ deluso ma belli bellissimi lo stesso. 

La cosa invece più sorprendente per me è stato il tratto di costa a seguire subito dopo, meno conosciuto ma a mio modesto parere ancora più suggestivo (vedi foto sopra). 

Un tramonto che non si può descrivere, per questo vi ho messo il video su fb, ma ringraziate sempre bradipina C. perché io non ci avrei mai pensato! 

Sul rientro, una strada deserta tra campagna incolta, il pazzo dell’autista inchioda e accosta bruscamente. Era per non ammazzare un echidna, una specie di istrice presente solo qui. Si getta scalzo (pare che qui sia la norma!) fuori dal pulmino, ci invita a scendere e ci riempie di aneddoti su questa specie. Una guida fantastica! 

Qualche km più in là stessa scena, inchioda ma stavolta sale sul furgoncino e comincia a fischiare come un pazzo. Dei puntini in lontananza su una collina cominciano a muoversi, cambiare forma e infine eccoli… in tutto il loro splendore, una coppia di canguri scende verso di noi! Ma quanto li amo? Non sono riuscita a fare foto perché era troppa la sorpresa e l’emozione ma confido in altri incontri ravvicinati! 

Rientro in hotel a mezzanotte passata con gli occhi pieni di verde, di azzurro e di pelosoidi meravigliosi. E chi se la scorda una giornata così? 

Leave your comment