Sète e il viaggio della speranza !

A volte va bene, a volte va male… a volte diventa un fastidioso susseguirsi di contrattempi, a volte è accanimento ! Come in questo viaggio che ha coinvolto 2 città : Sète e Avignone e in cui sono rimasta sui vari treni il doppio del tempo che era necessario a raggiungere le varie destinazioni. 
Sète era una mia fissa da tanto tempo, dopo aver visto un film ambientato qui mi era venuta voglia di visitarla. Peccato solo che la città non fosse un gran che e che per raggiungerla c’è voluto il doppio del tempo previsto e 3 treni invece che 2. Parto all’alba perché ingeuamente pensavo di recuperare un po’ di tempo.  I problemi cominciano subito dopo Cannes. Un povero disperato si è buttato sotto il treno che ci ha preceduto. Le ferrovie lo annunciano col solito tattoo “il treno ha urtato un passeggero”, manco fosse unos contro di due passanti per strada, come se poi fosse possibile proseguire e andare oltre! Ma in questo i francesi sono maestri!

Noi restiamo quindi bloccati in stazione a Frejus (no, non quella in montagna), da quando sto qui ho scoperto che esiste la versione marittima, ci passo spesso col treno ma non mi fermo mai.

Con una sollecitudine che non le appartiene la SNCF (la società che gestisce le ferrrovie francesi) stupisce tutti con annunci frequenti e dei pacchetti con cibo, acqua e giochi per bambini dopo nemmeno un quarto d’ora ! Roba che da noi manco dopo 10 ore di fermo. Dopo 2 ore e mezza circa finalmente ripartiamo ma la coincidenza che dovevo prendere a Marsiglia ormai era persa. Sono quindi costretta ad aspettare a Marsiglia un altro treno che mi porterà a Montpellier e da li cambiare ancora per Sète.

Se non che il treno per Montpellier ha accumulato oltre un’ora di ritardo per un altro suicidio su un’altra tratta. Se non fosse tragico sarebbe quasi comico !

Arrivo a Sète alle 16.30 del pomeriggio invece che a mezzogiorno, orario inizialmente previsto.

Passo in hotel solo per posare lo zaino e approfittare subito di quelle poche ore di luce che mi restavano. Non so se fosse lo stato d’animo contrariato per i contrattempi o altro ma Sète non mi fa una grande impressione. Mi sembra piuttosto la Fiumicino francese.  

Hanno più di una darsena, barchette ovunque, invasione di gabbiani che pero’ apprezzo sempre molto, il loro gran vociare mi mette sempre molta allegria e uno splendido tramonto sul mare.

Prima di partire avevo letto degli articoli che parlavano del « maco » (museo a cielo aperto) e la street art presente in città. La solita esagerazione francese… 4 scarabocchi o almeno niente di rilevante da segnalare. Ho visto di molto meglio in città che se la tiravano meno. Pieno di ristoranti chiusi e illuminazione quasi assente. Fortuna che non pianifico mai cosi il giorno dopo decido di fare un ultimo giro per scrupolo, per vedere se davvero con la luce del giorno ricevo un impressione diversa o no. Cerco invano un forno che non mi sappia di sporco e non trovandolo mi dirigo a passo spedito alla stazione dove faccio il biglietto per Avignone e al bar della stazione trovo un cornetto di tutto rispetto che non trasuda burro nè sporco.

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